Prima mostra antologica su Franco Battiato, una giuliese tra i partecipanti

2' di lettura 04/09/2013 - E’ in corso a Pavia la mostra antologica su Franco Battiato dal titolo: “Jonia me genuit ”- discografia leggera, discografia classica, filmografia, pittura. Tra coloro che vi hanno partecipato figura anche una studentessa giuliese.

Si è aperta domenica, primo settembre, a Pavia la prima mostra antologica dedicata a Franco Battiato. Il poliedrico musicista siciliano ha nella sua lunghissima carriera percorso con genialità le molteplici vie dell’arte: dalla canzone all’opera, dal cinema alla pittura.

E così si celebra la sua originalità attraverso l’esposizione di vinilici, cd rarissimi e introvabili, un vero florilegio di lavori discografici, filmografici e pittorici che coprono temporalmente l’intera produzione creativa di una delle menti più eclettiche e rilevanti del panorama artistico italiano ed internazionale.

In occasione della mostra è stato pubblicato per le Edizioni della Bezuga, un ricco catalogo a taglio antologico al fine di documentare la lunga attività dell’Artista, corredato da testi inediti riguardanti i vari argomenti della mostra.

Ed è qui che si inserisce la partecipazione della giuliese Noemi D’Ambrosio che ha avuto l’onore di introdurre i visitatori nella sala della discografia, con uno scritto dal titolo “Un graffio metafisico”.

Il testo inoltre è stato inserito nel catalogo ufficiale, accanto a firme importanti di critici, discografici e giornalisti, di particolare rilievo quella di Elisabetta Sgarbi (direttore editoriale della Bompiani).

La mostra è stata inaugurata da Franco Battiato in persona, il quale si è a lungo intrattenuto con i curatori della mostra e i collaboratori, congratulandosi per il lavoro svolto, la passione e l’impegno profusi.

Particolarmente interessante per gli appassionati d’arte oltre che per gli ammiratori del musicista catanese è la sezione che ospita le opere pittoriche di Battiato, il quale ha spiegato come si sia avvicinato a questa disciplina: "Una volta pensavo che la mia totale incapacità nel disegno dipendesse dalla mancanza di una naturale predisposizione, come nel caso di uno stonato che non riesce a emettere la stessa nota che ha in testa. Col tempo ho scoperto invece che avevo un’idea astratta, archetipa dell’oggetto che osservavo: quello che mi mancava era la possibilità di coglierlo nella sua esatta forma. Per analizzare praticamente questo genere di chiusura, una ventina d’anni fa iniziai a dipingere per pure sfida".

Per la mostra, organizzata dal Circolo culturale Giorgio la Pira e da “Edizioni della Bezuga”, con la partecipazione del Settore Cultura del Comune di Pavia, è stata messa a disposizione la importante collezione di Mario Angelo D’Addezio e Vincenzo Viscuso.

L’evento proseguirà sino al 15 settembre.








Questo è un articolo pubblicato il 04-09-2013 alle 18:16 sul giornale del 05 settembre 2013 - 809 letture

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