Mosciano Sant'Angelo: cinque arresti per traffico illecito di rifiuti

3' di lettura 06/05/2014 - Cinque persone arrestate dal Nucleo Operativo Ecologico di Pescara per associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti e concorrenza illecita. Tra loro anche una donna, moglie del titolare della ditta incriminata.

Il 6 aprile 2014, alle prime luci dell'alba, I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Pescara, hanno arrestato titolari e dipendenti di un’azienda e sequestrato un impianto di stoccaggio rifiuti nel teramano.

L’operazione è stata eseguita con il concorso dell’Arma territoriale nelle province di Teramo e Chieti, in esecuzione di un provvedimento del Gip del Tribunale di L’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica della locale Direzione Distrettuale Antimafia, David Mancini, al termine di un’accurata indagine condotta dal NOE dal giugno 2011 alla fine del 2013.

L’inchiesta ha riguardato la raccolta, il trasporto e lo stoccaggio di olio vegetale esausto effettuato in maniera irregolare con conseguenti notevoli profitti per gli indagati e consistenti perdite economiche per le ditte concorrenti.

Gli indagati si associavano tra loro al fine di pervenire ad una serie indeterminata di reati in materia di rifiuti nonché contro il patrimonio in danno di aziende concorrenti.

Il titolare della ditta di raccolta sita in Mosciano Sant’Angelo (TE) ha operato sempre in qualità di organizzatore, promotore e capo mettendo a disposizione e utilizzando la propria impresa, spazi e dotazioni aziendali, mezzi di trasporto e strumenti di effrazione per orhanizzare personalmente o attraverso i propri dipendenti le attività delittuose; la moglie del titolare, collaboratrice aziendale, ha partecipato al sodalizio formando e redigendo formulari di identificazione del rifiuto contenenti dati falsi e comunque redigendo alterate scritture ambientali per nascondere i reati commessi agli organi di controllo simulando una corretta gestione dei rifiuti.

Tali attività hanno causato una perdita economica annuale di almeno 200.000 euro per ogni azienda concorrente corrispondente alle minori quantità di rifiuto raccolto puntualmente reintrodotto sul mercato per essere quindi recuperato per la produzione di carburante biodiesel.

Gli arrestati inoltre hanno posto in essere atti di illecita concorrenza al fine di acquisire quote di vendita e comunque di ambire ad una posizione esclusiva o predominante in Abruzzo e in parte delle Marche nell’esercizio dell’attività di gestione del predetto rifiuto a danno di diverse ditte aventi sedi nelle Marche nonché in Provincia di Teramo e de L’Aquila.

Gli infiniti episodi di sottrazione indebita o in maniera fraudolenta dell’olio si verificavano sia presso i contenitori stradali (cosiddette campane) utilizzati per la raccolta pubblica sia in danno di esercizi commerciali e di ristorazione (olio raccolto nelle cosiddette olivie).

Con tali Comuni ed esercizi le ditte concorrenti avevano stipulato contratti esclusivi per la raccolta del rifiuto il cui ritiro avveniva dietro riconoscimento di un compenso pari a circa 150 euro a tonnellata.

Diversi sono anche gli episodi di atti violenti o sleali perpetrati dal titolare della ditta incriminata e dai suoi dipendenti verso autisti e mezzi delle aziende concorrenti: sabotaggi, pedinamenti, trancio delle valvole dei pneumatici, furto delle chiavi del mezzo, sempre al fine di impedire un regolare svolgimento della loro attività.

Singolare invece il fatto che durante alcune perquisizioni espletate in danno dell’azienda incriminata e in occasione di un arresto in flagranza di uno dei dipendenti, avvenuto in Pescara nel gennaio 2013, venivano sequestrate dal NOE alcune agende sulle quali i malfattori annotavano, seppur con delle sigle convenzionali, i luoghi ove venivano commessi i furti e la mancata redazione dei relativi documenti ambientali.

Ciò ha permesso agli investigatori di trovare un’ulteriore conferma di luoghi e date delle azioni delittuose.

Il titolare della ditta è stato accompagnato in carcere mentre la moglie collaboratrice e i dipendenti sono stati posti agli arresti domiciliari.








Questo è un articolo pubblicato il 06-05-2014 alle 10:04 sul giornale del 07 maggio 2014 - 558 letture

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