Pietracamela: Maestro Sci Paolo De Luca, 'Incidenti a carico del cittadino'

6' di lettura 14/05/2014 - Il maestro di sci Paolo De Luca fa il punto su un argomento molto importante, ma poco trattato dai media. Si tratta degli incidenti che accadono in montagna e che, secondo De Luca, dovrebbero essere interamente a carico dal cittadino in emergenza.

Purtroppo si parla sempre più’ spesso di incidenti in montagna. E’ una tendenza in aumento perché è aumentato il flusso di quelli che desiderano praticare escursioni e arrampicate sia in inverno che in estate perché affascinati dalle alte quote e dai paesaggi spettacolari che si possono ammirare.

Nella maggior parte dei casi si tratta di superficialità e scarsa preparazione, infatti, molte tragedie si potrebbero evitare se gli escursionisti e alpinisti facessero più’ attenzione alle indispensabili norme di sicurezza; spesso però accade che si trovino in difficoltà perché affrontano un sentiero o via alpinistica al di sopra delle loro capacità.

Quali sono le precauzioni da adottare per evitare incidenti in montagna?

Fondamentale è scegliere l’itinerario in base alla propria preparazione fisica e tecnica; importante è consultare i bollettini meteo considerando che in montagna le condizioni del tempo possono cambiare in pochi minuti, come ad esempio accade sulla catena montuosa del Gran Sasso d’Italia data la particolare vicinanza ai due mari. Abbigliamento ed equipaggiamento devono essere adeguati alla difficoltà e durata dell’escursione.

Nello zaino non deve mai mancare l’occorrente per le situazioni di emergenza: telo termico, lampada frontale, Kit di primo soccorso, telefonino cellulare -Gps- e pala, sonda, Artva (apparecchio di ricerca dei travolti in valanga) nella pratica di ogni attività in ambiente naturale innevato. Utile per il corretto funzionamento degli strumenti elettronici è il controllo periodico delle batterie per verificare la carica residua e l’utilizzo di tipi ad alta capacità.

E’ preferibile non avventurarsi da soli. Consigli a parte, da più fronti si invoca una Legge davanti all’impennata di incidenti in montagna. Sì, perché attualmente non esiste una normativa che disciplini regole di sicurezza specifiche per lo sciatore-alpinista, l’alpinista,l’escursionista e più precisamente per gli sport di avventura.

A mio avviso, si potrebbe modificare la Legge 363/2003 sulle norme di sicurezza e di prevenzione infortuni per lo sci di discesa e fondo estendendola anche allo sci alpinismo, all’escursionismo , all’alpinismo. Così come nell’attuale Legge si stabiliscono precise regole sulle piste di sci, anche nel caso di escursioni e arrampicate in montagna è necessario fissare regole più stringenti.

Quale potrebbe essere un valido deterrente per limitare se non cancellare le imprudenze in montagna?

Far pagare per intero al cittadino le operazioni di salvataggio in montagna. Infatti, le operazioni di soccorso alpino, oltre ad impegnare decine e decine di uomini e mezzi, in Italia sono un costo imputato per intero alla collettività.

Per riflettere, basti pensare che un minuto di volo di un elicottero medicalizzato può arrivare a costare anche 200 euro. Cifre inferiori, ma di tutto rispetto, per le operazioni di soccorso con elicottero non medicalizzato o a piedi. In Austria e Slovenia, che dal confine Italiano distano pochi chilometri in linea d’aria, il costo del soccorso è a totale carico del cittadino in emergenza.

Così, un escursionista o alpinista ci penserà bene prima di avventurarsi senza la necessaria preparazione e finalmente gli incidenti si dimezzeranno. Di conseguenza si salveranno tante vite umane e si risparmierebbero così tanti soldi pubblici che, a mio avviso, potrebbero essere utilizzati per l’acquisto di nuove apparecchiature elettromedicali da destinare agli ospedali.

Da ultimo, ma non meno importante è da dire che molti di questi signori che vanno in montagna per divertirsi, in caso di incidente, mettono a rischio la vita dei soccorritori oltre naturalmente alla loro.

In Italia ci sono regioni dove il soccorso alpino si paga?

In Trentino Alto Adige e Val d’Aosta, regioni ad alta vocazione montanara, i propri governanti hanno deciso di porre fine alla gratuità completa degli interventi di soccorso alpino facendo pagare al cittadino in emergenza una sorta di ticket per ogni chiamata di soccorso invece di far pagare completamente l’intero salvataggio.

In Veneto hanno anticipato il Trentino introducendo delle maggiorazioni al tariffario già in vigore da anni per uso “improprio” dei soccorsi, con alcune novità come un taglio del 20% se riguardano le persone residenti in Regione e un contributo alle spese di soccorso, fino a 500 euro per il solo elicottero o le sole squadre a terra anche da parte di chi resta ferito in attività ad alto rischio come arrampicata libera, scialpinismo, parapendio, sci acrobatico, rafting, mountain bike in ambienti impervi, alpinismo con scalate di roccia o accesso ai ghiacciai.

Un provvedimento del quale si parla da tempo anche in Trentino ma che fino ad ora non è mai stato messo nero su bianco. L’azienda sanitaria passa all’incasso solo quando l’elicottero si alza in volo per recuperi in montagna di persone non ferite o disperse. La tariffa in questo caso è di 500 euro e scende a 110 nel caso di prestazioni di elisoccorso non seguite dal ricovero in ospedale.

Il Veneto va dunque oltre e decide di far pagare indipendentemente dalla gravità delle ferite. Punisce in pratica il fatto di aver messo a rischio, coscientemente come sempre accade quando si praticano sport estremi, la propria vita e non solo. Viste le recenti tragedie che hanno interessato i soccorritori, infatti, a pagare per l’inesperienza e la voglia di avventura di qualcuno a volte sono anche le persone che devono andare in loro aiuto. Quindi in Veneto chi sbaglia paga, anche dal punto di vista economico.

E in Abruzzo?

In Abruzzo, la Legge Regionale n.1 del 10.01.2011 stabilisce che il soccorso non sanitario è a pagamento. Questa Legge, non si sa per quale motivo, ancora non viene applicata. Secondo me, questo fattore non dovrebbe essere motivazione per lasciarsi andare ad atteggiamenti imprudenti e irrazionali, come purtroppo, spesso accade.

E' mai capitato di assistere a scene curiose di gente in difficoltà?

Sì, quasi sempre, una in particolar modo merita di essere ricordata perché mi ha fatto capire -una volta per tutte - che le operazioni di Soccorso Alpino, siano esse di carattere sanitario e non, devono essere fatte pagare per intero al cittadino in emergenza!

In una bella giornata di sole, ero con un mio amico medico sulla cresta Ovest che dalla cima più elevata del massiccio montuoso del Gran Sasso d’Italia, la vetta occidentale del Corno Grande (2912 m s.l.m.) scende alla Sella del Brecciaio (2506 m s.l.m.) quando, in un punto molto esposto e difficile, incrociamo una coppia. Lei in evidente difficoltà, con una decadenza fisica significativa piangeva e.. per la paura non voleva andare più avanti né indietro.

Ci siamo subito fermati per prestare aiuto immediato. Il signore che andava con Lei ci disse: ” Grazie, non abbiamo bisogno di nulla; tra poco - se la mia compagna riprende a salire va bene, sennò chiamo l’elicottero, la viene a prendere e la porta al piazzale dove abbiamo l’auto parcheggiata. Tanto è tutto gratis…così approfittiamo per fare un bel giro e vedere il Gran Sasso dall’alto”.


da Paolo De Luca
Maestro di Sci Pietracamela (Te)





Questo è un articolo pubblicato il 14-05-2014 alle 16:48 sul giornale del 15 maggio 2014 - 1139 letture

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